Come… iniziare da zero

 

NOTA: se si lavora in modalità LIGHT si veda Come comprendere le limitazioni della versione LIGHT, in quanto non tutte le funzionalità descritte di seguito sono disponibili in tale versione.

 

In CSE si può iniziare da zero in due modi: o importando un modello agli elementi finiti già fatto e già risolto, oppure creando questo modello all’interno di CSE. In questo secondo caso le verifiche saranno condotte impiegando come azioni di calcolo i limiti elastici o plastici delle membrature, opportunamente fattorizzati, oppure dei valori specificati manualmente o importati da una tabella (nel caso di modelli FEM importati, le precedenti modalità possono essere comunque usate in sostituzione delle azioni derivanti dal FEM).

In entrambi i casi l’obiettivo è quello di studiare i (re)nodi, cosa che si fa scegliendo, uno per volta, i jnodi corrispondenti, e trasformandoli poi in renodi. La trasformazione del jnodo in renodo consiste essenzialmente nella aggiunta dei componenti e delle unioni, nonché nella scelta delle verifiche da fare.

 

Nel primo caso, se si dispone di un modello FEM, il comando di importazione è Importa modello FEM, e di fatto con la sola esecuzione del successivo comando di ricerca dei jnodi Cerca! si è pronti a lavorare i vari jnodi, uno per uno (come cominciare a costruire i (re)nodi).

Nel secondo caso occorre costruire partendo da zero un modello FEM “fittizio” che contenga degli elementi finiti tra loro collegati in modo opportuno, poi cercare le membrature (comando Cerca membrature) e infine cercare i jnodi (comando Cerca!). Il modello è fittizio perché non verrà risolto con un solutore, ma servirà solo a definire la topologia dei nodi ai quali si è interessati. Se lo scopo è studiare pochi collegamenti, come appare probabile in questo secondo caso, non è necessario che il modello sia realistico: è sufficiente che al suo interno il programma riconosca i jnodi necessari a dare poi luogo ai desiderati renodi. Si veda Come creare un modello FEM partendo da zero per capire come realizzare un modello agli elementi finiti in CSE.

 

I jnodi ottenuti possono essere studiati e modificati; se non si intende studiarne alcuni perché ritenuti non rilevanti o di scarso interesse è possibile cancellarli. La parte di gestione dei jnodi è affidata al comando Edita. Si veda la sezione Come studiare o modificare un jnodo per una descrizione più dettagliata.

 

A questo punto conviene impostare le verifiche, visto che presumibilmente si andranno ad analizzare tutti i collegamenti secondo la stessa normativa e con ipotesi e regole di calcolo simili.impostazioni verifica. In ogni caso, è possibile rimandare questa operazione a un momento successivo. Attraverso il comando Verifiche-Imposta si sceglie come verificare i collegamenti; si veda Come scegliere che verifiche fare per maggiori informazioni. Se si vuole, si possono usare impostazioni diverse da renodo a renodo.

 

Il passo successivo è quello di selezionare (Come selezionare) un jnodo alla volta e passare alla visualizzazione del renodo corrispondente con il comando Mostra Renodo.

 

Ciascun renodo deve essere “costruito” aggiungendo i necessari tramite e unitori ed eseguendo eventuali lavorazioni sulle membrature. Inoltre possono essere aggiunte nuove variabili e nuove condizioni associate a ciascun renodo che possono essere usate per introdurre criteri di verifica aggiuntivi (verifiche utente). Per informazioni più dettagliate si veda Come cominciare a costruire i (re)nodi.

 

Attraverso i comandi Controlla coerenza e Controlla compenetrazioni ci si accerta che tutti i pezzi siano collegati correttamente e che non ci siano compenetrazioni tra i vari oggetti tridimensionali che compongono il renodo.

 

Prima dell’analisi vanno definite le impostazioni di verifica se non sono già state definite precedentemente o se si vogliono usare impostazioni diverse da quelle usate fin’ora.

 

Con il comando Verifica renodo vengono eseguite tutte le verifiche automatiche e tutte le verifiche utente, secondo le impostazioni scelte (Come verificare un (re)nodo).

 

Ora non resta che analizzare i risultati ottenuti e controllarne la coerenza, perché l’utente (di CSE come di qualsiasi altro software di calcolo) ha il compito di verificare che i risultati siano corretti attraverso stime, valutazioni e calcoli separati, anche semplificati. Si vedano le sezioni:

 

Come esaminare i risultati delle verifiche

Come controllare i risultati ottenuti

 

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