Il convegno "La resilienza delle città d'Arte ai terremoti", tenutosi a Roma, presso l'Accademia Nazionale dei Lincei, il 3 e 4 Novembre 2015, è stato
molto importante, poiché è emerso in modo chiaro che le normative attualmente in vigore in Italia per la determinazione della pericolosità sismica sono
inattendibili. Tutti i geofisici presenti al convegno, Doglioni, Neri, Panza, Peresan, Romanelli, Mulargia, hanno in diverso modo messo in evidenza che l'approccio
probabilistico alla determinazione della pericolosità sismica (PSHA) è sbagliato. In particolare, è privo di fondamento il concetto stesso di periodo di
ritorno che è alla base delle NTC 2008 e delle linee guida del Ministero, per la protezione sismica dei beni cultirali e ambientali.
Critiche sono emerse anche da parte della Soprintendente Codello, e dell'Ing. Lionello, della Soprintendenza di Venezia.
Importanti anche gli interventi di Piero Pierotti (sismografia storica), della Università di Pisa, di Alessandra Vittorini (ricostruzione L'Aquila), della Soprintendenza de L'Aquila,
di Concettina Nunziata (importanza effetti di sito), della Università di Napoli.
Il giornalista dell'Espresso Fabrizio Gatti ha parlato del corto circuito tra potere politico ed informazione scientifica.
Nei prossimi giorni, se sarà possibile, posteremo l'audio di alcuni interventi, da noi ritenuti particolarmente importanti.
Al posto dell'approccio probabilistico, è disponibile un metodo detto "neodeterministico", basato sul concetto di inviluppo: in pratica, si fanno degli scenari
realistici per i terremoti possibili, si determinano degli accelerogrammi ottenuti con solide metodologie geofisiche (senza usare le relazioni di attenuazione),
e si valutano i massimi squotimenti attesi in un certo sito. L'approccio neodeterministico, NDSHA, non avendo la pretesa di valutare inesistenti "periodi di ritorno",
probabilità o scuotimenti con tre o quattro cifre significative, è molto più solido di quello probabilistico e rappresenta l'unico metodo oggi esistente per valutare
realisticamente la pericolosità sismica.
E' da notare che i cataloghi storici:
- Non riescono a coprire un lasso di tempo sufficientemente significativo rispetto ai fenomeni tettonici in gioco.
- Impiegano sistematicamente stime di intensità macrosismica (Mercalli-Cancani-Sieberg, vedi allegato paper originale) che usa numeri interi, e che dalla intensità
I alla I+1 introduce una incertezza sulla PGA di un fattore 2. Di conseguenza, l'incertezza sulla PGA relativa alle intensità maggiori è molto forte.
Come da ciò possano scaturire i numeri posti in Gazzetta Ufficiale, resta un mistero.
Ing. Paolo Rugarli